Faqs

    1. 1.

      Quante foreste ci sono in Italia?

    2. 2.

      Qual è la percentuale di aree protette in Italia?

    3. 3.

      Quanti parchi nazionali ci sono in Italia?

    4. 4.

      Cosa è la selvicoltura?

    5. 5.

      Perché gli alberi e le foreste sono importanti?

    6. 6.

      Quali sono i benefici della realizzazione di nuove foreste?

    7. 7.

      Che cos’è la biodiversità?

    8. 8.

      Perché la diversità è importante? Perché la biodiversità è importante in città?

    9. 9.

      Come aumentare la biodiversità?

    10. 10.

      Cos’è la frammentazione del paesaggio e come si raggiunge la connettività delle aree naturali?

    11. 11.

      Perché è importante la connettività tra aree naturali?

    1. 1.

      Come raggiungere gli obiettivi di Parco Italia?

    2. 2.

      Chi sono i beneficiari del progetto?

    3. 3.

      Chi c’è dietro il progetto di Parco Italia?

    4. 4.

      Chi sta investendo su Parco Italia? Quali sono gli interessi?

    5. 5.

      A chi si rivolge il progetto di Parco Italia?

    6. 6.

      Come Parco Italia sceglie gli alberi da mettere a dimora?

    7. 7.

      Da dove vengono le piante?

    8. 8.

      Chi si prenderà cura delle nuove foreste? Cosa succederà dopo l’impianto?

    9. 9.

      Come vengono conteggiati gli alberi messi a dimora?

    10. 10.

      Quanto tempo ci vorrà per completare il progetto Parco Italia?

    11. 11.

      Perché Parco Italia si occupa anche delle città?

    12. 12.

      Parco Italia si occupa anche della gestione del suolo? Come viene affrontato il tema dei suoli agricoli?

    13. 13.

      Quali sono i progetti che hanno ispirato Parco Italia? Ci sono progetti esistenti simili?

    14. 14.

      Quale può essere l’attrattività di Parco Italia per il turismo?

    1. 1.

      Quali sono i criteri che Parco Italia usa per decidere su quali aree intervenire?

    2. 2.

      Come Parco Italia valuta le caratteristiche climatiche di un sito?

    3. 3.

      Quali sono le procedure di valutazione che Parco Italia adotta per comprendere le caratteristiche del suolo prima di progettare l’impianto?

    4. 4.

      Come Parco Italia seleziona gli alberi più adatti ad una determinata area?

    5. 5.

      Quali sono le indicazioni di Parco Italia per progettare e pianificare correttamente gli spazi dedicati agli alberi in contesto urbano?

    6. 6.

      Quali sono le indicazioni di Parco Italia per progettare e pianificare correttamente gli spazi dedicati agli alberi in contesto non urbano (agricolo/collinare/montano)?

    7. 7.

      Quali sono gli schemi di impianto adottati da Parco Italia?

    8. 8.

      Qual è il target percentuale usato da Parco Italia per diversificare le specie di alberi negli interventi in contesto urbano e periurbano?

    9. 9.

      Come Parco Italia assicura che i suoi impianti forestali siano resilienti agli eventi estremi causati dal cambiamento climatico?

    10. 10.

      Quali sono gli standard e i certificati di qualità richiesti ai vivai forestali per poter far parte del progetto di Parco Italia?

    11. 11.

      Come Parco Italia progetta e pianifica concretamente l’incremento della connettività tra le singole aree di intervento e le loro aree limitrofe?

    12. 12.

      Come Parco Italia garantirà che le piantagioni massimizzino i servizi ecosistemici e minimizzino i disservizi?

    13. 13.

      Quali sono le procedure di gestione e manutenzione che Parco Italia metterà in campo per assicurare la sopravvivenza e la buona crescita delle piantine?

1. Quante foreste ci sono in Italia?

Le aree boscate in Italia coprono un territorio pari a circa 11 milioni di ha, di cui 9,1 milioni di ettari sono foreste, pari al 35% della superficie nazionale. Le foreste rappresentano la grande infrastruttura verde del paese.1

Fonte: 1. RaFITALIA (2019), Patrimonio Forestale RaFITALIA, Maggio 2019, Direzione generale delle foreste - Mipaaf

2. Qual è la percentuale di aree protette in Italia?

In Italia, il 21,3% della superficie terrestre nazionale è protetta, mentre solo l’1,98% delle acque marine italiane sono protette.1

Fonte: 1. Biodiversity Information System for Europe, EU Commission and European Environment Agency. Estratto da biodiversity.europa.eu

3. Quanti parchi nazionali ci sono in Italia?

Ci sono un totale di 3.512 aree protette in Italia, 2.637 siti Natura 2000 - 636 aree protette speciali (Birds Directive), e 2.358 siti di importanza comunitaria (Habitat Directive) - così come 875 siti designati sotto leggi nazionali.1

Fonte: 1. Biodiversity Information System for Europe, EU Commission and European Environment Agency. Estratto da biodiversity.europa.eu

4. Cosa è la selvicoltura?

La selvicoltura può essere definita come la scienza del controllo della composizione, della crescita, della salute e della qualità delle foreste e dei boschi. Essa esige anche la comprensione del contesto sociale, dei diversi bisogni e dei valori di chi abita il territorio e della società in una visione sostenibile del territorio.1

Fonte: 1. USDA Forest Service. 2004. FSM 2400 – timber management; chapter 2470 – silvicultural practices. Amendment no. 2400-2004-6 (August 13, 2004). Washington, DC: USDA Forest Service, National Headquarters (WO). 51p.

5. Perché gli alberi e le foreste sono importanti?

Gli alberi e le foreste hanno un valore intrinseco come componenti viventi del pianeta e habitat per l'80% della biodiversità terrestre. Essi forniscono anche benefici necessari alla società, come la protezione dai rischi naturali, l'assorbimento del 30% dell'inquinamento atmosferico causato dall'uomo, la fornitura di materiali rinnovabili e combustibili, il miglioramento della qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo e l’aumento del benessere umano fisico e mentale. Nelle città, gli alberi sono particolarmente importanti per l’adattamento agli eventi climatici estremi, come le ondate di calore e le piogge intense.

6. Quali sono i benefici della realizzazione di nuove foreste?

L'incremento a lungo termine dell'area forestale mediante rigenerazione naturale o assistita e il ripristino di foreste soggette a disturbi naturali, foreste degradate o aree deforestate, può aumentare l'offerta di servizi ecosistemici, di regolazione ambientale, produttivi e culturali forniti dalle foreste alle comunità locali e globali, a condizione che le nuove foreste siano compatibili con il suolo, il clima, e la biodiversità, e non danneggino le comunità locali, i loro diritti e il loro attuale uso del suolo.

7. Che cos’è la biodiversità?

Il termine biodiversità si riferisce ad una varietà di sistemi viventi sulla terra su tutte le scale, dai geni agli ecosistemi, delineando l’evoluzione, ecologica e dei processi culturali che sostengono la vita. Anche gli esseri umani e la diversità culturale umana fanno parte della biodiversità. Il termine "bioculturale" descrive la natura dinamica, in continua evoluzione e interconnessa delle persone e del luogo, e l'idea che le dimensioni sociali e biologiche siano correlate.1 La Convenzione ONU sulla diversità biologica definisce la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema.

La diversità di ecosistema definisce il numero e l’abbondanza degli habitat, delle comunità viventi e degli ecosistemi all’interno dei quali i diversi organismi vivono e si evolvono.

La diversità di specie comprende la ricchezza di specie, misurabile in termini di numero delle stesse specie presenti in una determinata zona, o di frequenza delle specie, cioè la loro rarità o abbondanza in un territorio o in un habitat.

La diversità genetica definisce la differenza dei geni all’interno di una determinata specie; essa corrisponde quindi alla totalità del patrimonio genetico a cui contribuiscono tutti gli organismi che popolano la Terra.2

Fonte: 1. American Museum of Natural History, What is Biodiversity?. Estratto da amnh.org
2. ISPRA, What is Biodiversity. Estratto da isprambiente.gov.it

8. Perché la diversità è importante? Perché la biodiversità è importante in città?

Un'ampia ricerca scientifica mostra che gli ecosistemi più biodiversi hanno una maggiore produttività, e sono più resistenti e resilienti agli stress climatici. La presenza di più specie e le relazioni tra di esse assicurano che i processi ecosistemici funzionino in modo più efficiente e generino benefici più stabili per la società, tra cui la protezione della salute, la produzione di alimenti e mangimi, la regolazione dei cicli dell'acqua e la sostenibilità e diversificazione economica.1 Proteggere la biodiversità in aree urbane e peri-urbane è altrettanto importante perché maggiore è la diversità di specie di alberi in città, maggiori sono i servizi ecosistemici cruciali per la salute dell’uomo e di altre specie animali e vegetali. La diversità di specie garantisce qualità dell’aria, migliore qualità dell’acqua e delle risorse acquifere, una maggiore protezione da fenomeni quali frane e allagamenti, una maggiore riduzione dell’erosione del suolo, ed una minimizzazione dei rischi dovuti a fenomeni climatici estremi.2

Fonte: 1. UNFCCC, Why biodiversity matters. Estratto da unfccc.int
2. ICLEI, 10 reasons to promote urban biodiversity. Estratto da talkofthecities.iclei.org

9. Come aumentare la biodiversità?

Secondo l'International Panel on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) delle Nazioni Unite, la natura e i suoi contributi vitali alle persone, che comprendono la biodiversità e i servizi degli ecosistemi, si stanno deteriorando in tutto il mondo.1 La conservazione della biodiversità può essere garantita solo attraverso cambiamenti radicali nei processi economici, sociali, politici e tecnologici. Differenti strategie possono essere applicate su diverse scale, dalla macro alla micro scala. Su larga scala, la conservazione non può essere completa senza mitigare i cambiamenti climatici, azzerare la distruzione diretta e l'inquinamento degli ecosistemi, o promuovere l'equità sociale e la giustizia economica. Nel settore della pianificazione territoriale e urbana, le soluzioni a scala locale-regionale comprendono: il rafforzamento della connettività ecologica, il mantenimento o il miglioramento degli habitat in aree protette e non, il ripristino delle aree terrestri seminaturali e degli ecosistemi fluviali degradati, la promozione delle specie autoctone evitando o contrastando la diffusione di quelle invasive. Per garantire tutto ciò, gli interventi di rimboschimento, imboschimento e rinaturalizzazione - associati a un dettagliato piano di gestione e manutenzione - possono essere soluzioni chiave.2

Fonte: 1. IPBES Global Assessment 2019, Summary for Policymakers. Estratto da zenodo.org
2. American Museum of Natural History, What is Biodiversity? Estratto da amnh.org

10. Cos’è la frammentazione del paesaggio e come si raggiunge la connettività delle aree naturali?

La frammentazione del paesaggio è la disintegrazione fisica di larghe aree naturali in piccole e più isolate aree. Questa frammentazione di habitat naturali continui è dovuta principalmente all’espansione del tessuto urbano e della rete di trasporti sul territorio, oltre che dal degrado ambientale e forestale. Questa disgregazione ha un ampio raggio di implicazioni negative sull’ambiente, sulla biodiversità di specie, animali e vegetali, che abitano e si spostano nel territorio.1 Per ricreare una connettività tra aree naturali è fondamentale proteggere, allargare, gestire e ripristinare le aree naturali, semi-naturali in prossimità di aree naturali esistenti con la prospettiva di un futuro allargamento dei propri confini e dei propri corridoi ecologici di connessione (secondo le EU Nature Directives).2

Fonti: 1. European Environmental Agency, Landscape Fragmentation pressure in Europe, June 2022. Estratto da eea.europa.eu
2. EU Commission, EEA - European Environment Agency, Biodiversity Information System for Europe, Connectivity. Estratto da biodiversity.europa.eu

11. Perché è importante la connettività tra aree naturali?

Identificare, mantenere e migliorare la connettività del paesaggio - il grado in cui il paesaggio facilita il movimento degli individui e specie che lo abitano - è un importante strumento di conservazione che può ridurre gli effetti negativi della perdita e della frammentazione degli habitat. Una maggiore connettività aumenta il movimento degli individui, contribuisce alla dispersione, alla migrazione e al flusso genico, promuove la ricolonizzazione o l'insediamento delle popolazioni in aree non ancora frequentate e favorisce la circolazione e la selezione di genotipi meglio adattati alle sfide ambientali.1 Questo ha una serie di implicazioni ambientali, specialmente per gli animali e le piante che abitano e si muovono sul territorio.2

Fonte: 1. Zeller K.A:, Lewsion R., Fletcher R.J., Tulbure M.G., Jennings M.K. (2020), Understanding the importance of dynamic landscape connectivity. Land 9: 303. doi.org
2. European Environmental Agency, Landscape Fragmentation pressure in Europe, June 2022. Estratto da biodiversity.europa.eu

1. Come raggiungere gli obiettivi di Parco Italia?

Per creare nuovi corridoi ecologici e potenziare quelli esistenti è di fondamentale importanza saper pianificare, progettare e gestire correttamente le foreste e i boschi in un'ottica di prevenzione dei rischi, per proteggere le foreste nuove e quelle esistenti e i loro ecosistemi dai disturbi ambientali * e da eventi climatici estremi. Parco Italia seleziona con cura le specie arboree giuste per il luogo giusto, aumentando la biodiversità grazie a una rigorosa selezione delle specie arboree. Parco Italia individua aree ad alto potenziale (con caratteristiche paesaggistiche con diversità elevata), nonché aree che presentano un'elevata frammentazione dove è urgente intervenire. Parco Italia sta identificando quelle aree che hanno il potenziale per diventare corridoi ecologici o future aree protette designate (seguendo le direttive della Strategia UE per la Biodiversità 2030). Per raggiungere i suoi obiettivi Parco Italia vuole coinvolgere una rete intersettoriale di attori su più scale, dagli attori pubblici come autorità e amministrazioni, ai vivai, alle aziende private, alle imprese e alle organizzazioni. Parco Italia vuole superare i profitti e gli interessi dei singoli per realizzare una visione condivisa sul futuro della conservazione della biodiversità in Italia.

*In ecologia viene definito “disturbo” qualsiasi evento che sia causa di un cambiamento temporaneo delle condizioni ambientali che determinano un cambio drastico delle condizioni di un ecosistema. I disturbi posso essere ad esempio: incendi, infestazioni parassitarie, urgani, siccità, alluvioni, raffiche di venti, frane, eruzioni vulcaniche.1 Si prevede che i disturbi causati dalla crisi climatica nelle foreste, come incendi, tempeste di vento e parassiti (come ad esempio insetti), aumenteranno drasticamente a causa del riscaldamento globale.2 I disturbi ambientali in realtà sono anche processi ecologici essenziali, se avvengono con certi gradi di intensità e periodicità, e sono necessari per la sostenibilità e la produttività di molti ecosistemi.3

Fonte: 1. Aldo Leopold Wilderness Research Institute, Disturbances. Estratto da leopold.wilderness.net.
2. Forzieri G., Girardello M., Ceccherini G., Mauri A., Spinoni J., Beck P., Feyen L. and Cescatti A. Vulnerability of European forests to natural disturbances, EUR 29992 EN, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2020, ISBN 978-92-76-13884-6, doi:10.2760/736558, JRC118512.
3. Averill, Robert D.; Larson, Louise; Saveland, Jim; Wargo, Philip; Williams, Jerry; Bellinger, Melvin. 1994. Disturbance processes and ecosystem management. Washington, DC: U.S. Department of Agriculture, Forest Service. 19 p.

2. Chi sono i beneficiari del progetto?

L'obiettivo di Parco Italia è quello di migliorare la superficie forestale e i benefici ambientali dei territori italiani, lavorando sugli ecosistemi che più di tutti generano biodiversità, le foreste. Tutti gli interventi sono pensati per essere parte di una visione più ampia che prende in considerazione i servizi ecosistemici, la mitigazione e l'adattamento climatico e la connettività ecologica sull'intero territorio nazionale e oltre. I beneficiari del progetto sono tutti coloro che riceveranno/fruiranno, direttamente o indirettamente, dei servizi ecosistemici generati dagli interventi puntuali sul territorio. Tutti possono beneficiare del progetto e tutti possono contribuire a far sì che Parco Italia diventi un progetto realizzabile, a partire dai luoghi che più necessitano le cure della collettività.

3. Chi c’è dietro il progetto di Parco Italia?

Parco Italia è nato da una visione di Stefano Boeri. Il progetto è stato sviluppato con la Fondazione AlberItalia, e iniziato grazie al supporto di Amazon. Parco Italia è stato presentato per la prima volta al “World Forum on Urban Forests 2019 - Milano Calling” ed è un progetto continuamente nutrito da discorsi collaborativi transdisciplinari tra forestali, agronomi, urbanisti, architetti e ricercatori. In particolare tra Stefano Boeri Architetti e AlberItalia, che rappresenta l’ente scientifico dietro il progetto.

Stefano Boeri Architetti spazia dalla progettazione di visioni urbane all’architettura, con un costante focus verso le implicazioni geopolitiche e ambientali dei fenomeni urbani. Il Dipartimento di Ricerca di Stefano Boeri Architetti lavora principalmente su progetti di pianificazione urbana strategica, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla resilienza ai cambiamenti climatici, alle strategie forestali urbane e soluzioni basate sulla natura, fornendo una base scientifica ai vari progetti dello studio.

AlberItalia è una Fondazione il cui scopo principale è affrontare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici indotti dall'uomo, utilizzando soluzioni basate sulla natura e fornendo servizi civici, di solidarietà e rivolti alla comunità. AlberItalia ha i seguenti obiettivi: realizzare interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni ambientali e all'uso razionale delle risorse naturali; realizzare interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio; realizzare ricerche scientifiche di particolare interesse sociale.

4. Chi sta investendo su Parco Italia? Quali sono gli interessi?

Amazon sta finanziando il progetto di ricerca e implementazione di Parco Italia, per una durata di tre anni. Amazon ha infatti annunciato uno stanziamento di 20 milioni di euro per soluzioni basate sulla natura per migliorare le condizioni ambientali nelle comunità in cui opera in Europa, attraverso il suo fondo Right Now Climate Fund da $100 milioni, che mira a sostenere progetti basati sulla natura per conservare, ripristinare e migliorare l’ambiente naturale e la sua biodiversità. Il programma Parco Italia riceverà 2 milioni di euro, che sosterranno la pianificazione strategica del programma e la piantagione iniziale degli alberi. Come primo obiettivo, Parco Italia prevede di piantare 70.000 alberi come parte di un programma di riforestazione, afforestazione e rinaturalizzazione guidato dalla Fondazione AlberItalia e da Stefano Boeri Architetti. Il progetto aiuterà sia le città e i piccoli centri a diventare più resistenti al cambiamento climatico, migliorandone la qualità dell’aria delle aree limitrofe agli interventi, sia le aree naturali o semi-naturali aumentandone la biodiversità e lavorando sulle future connessioni ecologiche.1

Fonte: 1. Amazon. Estratto da aboutamazon.co.uk

5. A chi si rivolge il progetto di Parco Italia?

Parco Italia si rivolge a chiunque sia interessato alla tutela e al benessere delle aree naturali sul suolo italiano e la cura di tutti quegli ecosistemi che dipendono dalle foreste per la loro sopravvivenza. Parco Italia si rivolge ai cittadini e alle nuove generazioni per portare il progetto a compimento ma si rivolge anche a tutte le realtà —pubbliche e private— già esistenti sul territorio, che messe a sistema possono contribuire a rafforzare, ampliare la connettività delle aree naturali e ridurre la frammentazione. Il progetto non può che essere supportato dalle amministrazioni che vedono negli alberi —negli interventi di riforestazione, afforestazione e rinaturalizzazione— dei veri e propri asset per l’ambiente e per la salute umana, ma anche come strumenti per combattere e limitare gli effetti dei cambiamenti climatici in alcune realtà fragili e a rischio. Infine Parco Italia si rivolge a tutte le associazioni, organizzazioni, istituzioni pubbliche ed enti di ricerca che possano implementare e portare a compimento la visione negli anni a venire.

6. Come Parco Italia sceglie gli alberi da mettere a dimora?

Il criterio guida per la selezione delle piante da mettere a dimora si ispira a un principio molto semplice: l’albero giusto deve essere piantato nel posto giusto.

Un primo aspetto che viene curato per la scelta delle piante riguarda la congruità ecologica delle specie e la disponibilità di materiale vivaistico di provenienza certa e certificata.

Un passo fondamentale per scegliere le specie giuste e le lavorazioni necessarie per facilitare l’attecchimento e la crescita delle piante, è la valutazione attenta delle caratteristiche climatiche del sito d’impianto.

Il terzo passo per decidere quali specie di alberi e arbusti siano le più adatte al luogo in cui si sta operando è conoscere il tipo di terreno presente. Per avere i primi indizi è molto utile osservare l’area circostante per verificare quali tipi di albero sono già presenti, quali si stanno sviluppando bene e quali invece sono assenti.

Gli aspetti da considerare per la selezione della o delle specie più adatte possono essere raggruppati nelle seguenti quattro categorie:
  • Idoneità dell’albero al sito: al tipo di area (es. urbana, periurbana, extraurbana), al tipo di impianto (es. filare urbano, foresta periurbana, piantagione extraurbana), alle caratteristiche del suolo, al tipo di clima e microclima, allo spazio disponibile rispetto ad edifici, ad infrastrutture viarie, ad altre formazioni vegetali già presenti in loco, alle esigenze ecologiche e di resistenza ai disturbi della specie.
  • Possibilità di ottenere servizi ecosistemici: come ad esempio valori di comfort termico, mitigazione e regolazione del microclima, gradevolezza estetica, ombreggiatura, capacità di fissazione della CO2, relazioni con altri individui/popolazioni di organismi (es. avifauna, insetti).
  • Disservizi: da alcune specie oltre ai benefici si possono ottenere anche alcune possibili problematicità, come ad esempio un’elevata produzione di polline che può determinare disagi ai soggetti allergici, una produzione di frutti incompatibile con la fruizione e la gestione dell’area di destinazione, radici capaci di sollevare la copertura dei marciapiedi o il manto stradale, produzione di odori sgradevoli in determinate fasi fenologiche.
  • Resilienza ai cambiamenti climatici: in certi contesti può rivelarsi di primaria importanza scegliere specie che, ad esempio, tollerino più di altre la siccità, resistano al gelo, a temporanei allagamenti del sito, a temperature elevate dell’aria, a parassiti e malattie.

Le caratteristiche rilevate nel corso dell’analisi del sito d’impianto guideranno la selezione delle specie adatte a quella determinata area. Il ventaglio di specie individuato sarà poi ulteriormente ridotto in funzione della capacità di ciascuna specie di fornire i benefici attesi, fino a giungere alle specie che meglio soddisfano le esigenze del caso.

7. Da dove vengono le piante?

Dopo aver proceduto alla scelta delle specie da utilizzare e in relazione all'ubicazione e alle caratteristiche del progetto si procede con una verifica di disponibilità di piante in vivai pubblici o privati di qualità, possibilmente in vicinanza all’area di piantagione. I vivai devono ottemperare a criteri ambientali e di produzione (in accordo con la normativa europea Dir 105/2003) ed essere in grado di fornire tutti gli elementi di certificazione previsti per legge. La rete di vivai forestali che hanno rapporti consolidati con Fondazione AlberItalia è di grande supporto. Nell’ambito della certificazione dei materiali di base è inclusa l’informazione sulla provenienza dei semi forestali utilizzati per la coltivazione in modo da armonizzare le esigenze ecologiche dei siti di impianto con le caratteristiche adattative sviluppate da popolazioni arboree locali.

8. Chi si prenderà cura delle nuove foreste? Cosa succederà dopo l’impianto?

Prima di seminare il primo seme o piantare la prima pianta poniamo a noi stessi e ai proprietari (pubblici o privati) una serie di domande le cui risposte ci danno il grado di attenzione e cura per la nuova foresta che crescerà: chi si prenderà cura di questo albero o di questa foresta? quali saranno i passi necessari per assicurarsi che resti in buona salute e cosa bisognerà fare al termine del suo ciclo vitale? quanto tempo e risorse è necessario mettere in campo per prendersene cura in modo responsabile “dalla culla alla tomba”?

I singoli progetti di piantagione prevedono anche la definizione dei criteri e dei tempi di manutenzione e gestione e una programmazione dettagliata di tali interventi per i primi anni successivi alla realizzazione della nuova foresta. Nell’ambito dell’accordo o del contratto fra Fondazione AlberItalia e proprietario e/o gestore del nuovo impianto forestale, vengono inserite clausole specifiche che definiscono il piano di gestione, la responsabilità effettiva della cura del bosco che si svilupperà e i criteri salienti di manutenzione e cura.

9. Come vengono conteggiati gli alberi messi a dimora?

Il principale indicatore di successo di una nuova foresta è la sopravvivenza degli alberi piantati, senza i quali i servizi ecosistemici previsti non possono essere forniti. Le foreste messe a dimora di solito subiscono una certa mortalità nei primi anni a causa di stress da trapianto, fallimento dell'insediamento delle radici e disturbi imprevisti come siccità o erbivori. Ci aspettiamo che la mortalità colpisca meno del 5% degli alberi piantati nei primi tre anni. Per monitorare la sopravvivenza degli alberi e il loro stato di salute effettueremo visite in campo ogni sei mesi. Ogni albero sarà geotaggato e registrato in modo permanente per il monitoraggio a lungo termine, anche mediante approcci di citizen science (app mobile). Tutte le piantine morte entro i primi tre anni di monitoraggio verranno sostituite.

10. Quanto tempo ci vorrà per completare il progetto Parco Italia?

L’ambizione di Parco Italia risiede nella costruzione di una visione sul lungo periodo che immagina di piantare un albero per ciascun cittadino delle 15 città metropolitane italiane: 22 milioni di alberi messi a dimora entro il 2040. Il progetto iniziale di ricerca e di implementazione di Parco Italia ha una durata complessiva di tre anni, iniziato nel settembre 2021. La fase di implementazione di Parco Italia avrà la sua prima attivazione attraverso la messa a dimora di 70.000 alberi forestali e arbusti in siti selezionati sul territorio italiano, che la Fondazione AlberItalia, insieme a Stefano Boeri Architetti porterà a compimento entro settembre 2024. Significativa per il progetto sarà quindi la costruzione di una Roadmap, che porrà le basi e definirà gli strumenti per il successo della visione di Parco Italia e dei suoi interventi negli anni a venire, delineandone la governance e al contempo determinando nuovi standard qualitativi.

11. Perché Parco Italia si occupa anche delle città?

L'Italia può essere considerata una costellazione di piccoli paesi, villaggi e aree urbane. I centri abitati sparsi in tutto il paese potrebbero diventare, attraverso il progetto Parco Italia, punti focali o nodi di una vasta infrastruttura verde, collegati alla dorsale appenninica e al sistema alpino che attraversa l'intera penisola. Solo attraverso il coinvolgimento attivo delle Città Metropolitane, così come delle città di piccole e medie dimensioni, sarà possibile creare grandi nuove alleanze, nuove filiere, città più verdi, e agire collettivamente contro gli impatti del cambiamento climatico. Le aree urbane delle aree interne *, ad esempio, potrebbero diventare i centri per il monitoraggio e la gestione delle risorse naturali e forestali, così come dei parchi naturali e delle reti idrologiche. Ciò permetterebbe di mantenere e potenziare la capacità delle foreste di proteggerci dal dissesto e dai rischi climatici attraverso "avamposti" diffusi sul territorio, monitorati e gestiti in modo sostenibile, e al contempo fare spazio a un'economia circolare basata sui servizi ecosistemici del territorio.

*Le Aree Interne dell'Italia sono aree rurali caratterizzate dalla loro distanza dai principali centri di servizio (istruzione, sanità e mobilità). Secondo l'ultimo censimento, le Aree Interne costituiscono il 53% dei comuni italiani e ospitano il 23% della popolazione italiana, coprendo il 60% del territorio nazionale.1 Fonte: 1.SNAI - Strategia Nazionale Aree Interne. Estratto da agenziacoesione.gov.it

12. Parco Italia si occupa anche della gestione del suolo? Come viene affrontato il tema dei suoli agricoli?

Parco Italia si occuperà della gestione del suolo sia direttamente, adottando soluzioni che portino ad uno sviluppo dinamico del suolo in modo da favorire l’evoluzione naturale delle caratteristiche pedologiche fisiche, strutturali, chimiche e biologiche, sia indirettamente diminuendo il consumo di suolo potenziale e la degradazione e impoverimento dei suoli. Il tema dei suoli agrari viene affrontato non tanto in maniera trasformativa (e quindi con una loro conversione in ambiti forestali) quanto tramite la realizzazione di progetti che possano favorire l’introduzione di alberi in contesti agrari (ad esempio, tramite interventi di agroforestazione o di formazioni di filari di alberi e siepi), di food forest e la diversificazione degli agroecosistemi verso condizioni di maggior sostenibilità sistemica e di miglioramento della biodiversità. Tali interventi sono orientati anche alla valorizzazione integrata dei paesaggi agrari e agroforestali in ambienti urbani, periurbani e rurali.

13. Quali sono i progetti che hanno ispirato Parco Italia? Ci sono progetti esistenti simili?

Progetti a scala mondiale come il World Park, proposto dall’architetto Richard Weller, o la visione ambientalista di The Half-Earth, del biologo Edward O. Wilson, o progetti a scala continentale come il Pan-European Ecological Network (PEEN) in Europa e il Great Green Wall in Africa, hanno profondamente ispirato la visione del progetto Parco Italia. Il World Park di Weller nasce proprio dallo studio delle aree considerate come hotspot di biodiversità, delle aree protette di oltre 230 paesi, e dalla sovrapposizione dei percorsi che intercettano i siti UNESCO patrimonio dell’umanità, intrecciando conservazione della biodiversità, percorsi di mobilità lenta e protezione delle aree naturali. La visione di Weller d’altronde nasce dall’osservazione interpretativa del territorio svolta da altri studi condottida organizzazioni internazionali e di rilievo come la United Nations Convention on Biological Diversity (CBD) e il PEEN. Il PEEN a sua volta è stato sviluppato come guida per una visione coerente di conservazione della biodiversità in Europa, il cui risultato è stato l’elaborazione di mappe prodotte confrontando i vari database nazionali e riunendoli sotto un’unica mappatura. Parco Italia si inserisce in questo scenario globale e continentale per fornire una rappresentazione esaustiva del capitale naturale e lavorare sul potenziale di connettività ancora inesplorato in Italia.

14. Quale può essere l’attrattività di Parco Italia per il turismo?

I “cammini della biodiversità”, ovvero i percorsi escursionistici e ciclopedonali naturali italiani sia esistenti (come quelli del CAI—il Club Alpino Italiani) che potenziali, se collegati in una rete integrata, possono svolgere un ruolo chiave nella protezione e per la crescita degli ecosistemi forestali, oltre che a rafforzare l’incremento ponderato nelle aree che potrebbero rappresentare futuri epicentri di sviluppo, attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro legati all'ecoturismo. Con l'istituzione di nuovi percorsi e l’integrazione dei percorsi esistenti, l'espansione delle zone cuscinetto attorno ai parchi nazionali, o l’inclusione di aree naturali e seminaturali tra aree protette, il turismo e il turismo lento possono essere rivitalizzati. In questo processo, le piccole città e i villaggi toccati da questi percorsi hanno il potenziale per diventare nodi centrali di aree ad alto sviluppo turistico. In parallelo a questa potenziale forza economica trainante creata dalla protezione di nuove aree, le piccole città e i villaggi dovranno accogliere la sfida di offrire servizi eccellenti a livello regionale e locale, che consentirebbero il mantenimento e la coesistenza di ampie fasce di popolazione, comprendendo le generazioni più anziane e quelle più giovani.

1. Quali sono i criteri che Parco Italia usa per decidere su quali aree intervenire?

La priorità del progetto è favorire la connettività ecologica delle aree rurali e la fornitura di servizi ecosistemici di regolazione di quelle urbane. Per ottenere questo obiettivo si procede attribuendo ad ogni criterio ecologico un punteggio: la somma di tutti i punteggi fornisce una prima indicazione dei luoghi idonei, che viene successivamente rifinita in base alla fattibilità dettata da vincoli sociali, economici, legislativi o legati alle parti interessate. Ad esempio, i terreni pubblici sono prioritari rispetto ai lotti privati, mentre l'assenza di terreni effettivamente disponibili, l'esistenza di limitazioni normative (ad esempio in aree protette) o costi elevati per le operazioni di impianto e quelle collaterali (ad esempio depavimentazione del suolo, protezione dagli erbivori, bonifica dall'inquinamento, acquisto di diritti fondiari). Infine, per completare la valutazione precedentemente descritta, viene utilizzato un approccio “dal basso”, tenendo conto e cercando di conciliare le preferenze di tutte le parti locali interessate- ad esempio in termini di attività ricreative, usi tradizionali e significato culturale del paesaggio, convivenza con attività agricole o altre attività economiche, o altro.

aaa

2. Come Parco Italia valuta le caratteristiche climatiche di un sito?

Parco Italia effettua un'attenta valutazione delle caratteristiche climatiche del sito di impianto prima della messa a dimora degli alberi. Indagare il clima è infatti molto utile per selezionare al meglio le specie arboree da utilizzare. Ad esempio, le specie arboree che soffrono di carenze idriche prolungate non saranno adatte a siti in cui vi è (o vi sarà) un ripetersi di siccità,. Allo stesso modo, gli alberi che soffrono di gelate tardive non si adatteranno bene ai siti di bassa quota e alle città soggette a inversione termica, dove è più facile che si verifichino queste condizioni. Parco Italia conduce quindi un'accurata analisi della temperatura, delle precipitazioni, del vento e dell'umidità in ogni sito di piantagione, considerando sia i valori medi che quelli estremi nelle condizioni climatiche attuali e nei futuri scenari di cambiamento climatico. Le proiezioni climatiche fino al 2050 sono estratte da modelli climatici regionalizzati, come COSMO-CLM gestito dal Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici o Euro-CORDEX, considerando sia un riscaldamento moderato (RCP2.6) che intenso (RCP4. 5), e ottenute da portali web pubblici come Climate4Impact1 o Climate Explorer2.

Fonte: 1. Climate4Impact. Estratto da: https://www.climate4impact.eu/c4i-frontend/ ; 2. Climate Explorer. Estratto da: https://climexp.knmi.nl) ; 

3. Quali sono le procedure di valutazione che Parco Italia adotta per comprendere le caratteristiche del suolo prima di progettare l’impianto?

Quando si pianta un albero e ancor più durante un processo di rimboschimento, il suolo rappresenta un elemento cruciale affinché si possa garantire una sufficiente disponibilità di acqua e nutrienti, una corretta aerazione dell'apparato radicale e una buona capacità di penetrazione. E’ molto importante procedere quindi, prima di qualsiasi scelta progettuale, a una descrizione analitica del suolo. In Parco Italia descrizioni e analisi complete del suolo sono state eseguite solamente in conoscenza o presunzione di criticità e disfunzioni pedologiche. A tal fine, è stato raccomandato ai progettisti l’uso delle Guidelines for Soil description (FAO 2006)1. Per una autovalutazione dei caratteri del suolo è stato invece consigliato ai progettisti di seguire il “Manuale di autovalutazione del suolo” (Celano 2018; LIFE CarbOnFarm)2. A prescindere dal tipo di analisi pedologica richiesta, la fase pre-piantagione del progetto Parco Italia richiede, sempre e comunque, una valutazione speditiva dei suoli in modo da stimare le frazioni argillosa, limosa e sabbiosa e procedere con pratiche idonee. Ad esempio, quando il terreno ha una forte componente in argilla oltre all’apertura di una buca di adeguate dimensioni, si può incidere (o “scarificare”) i lati della buca (ma non della base), per favorire l’esplorazione del terreno circostante da parte delle giovani radici.

1. FAO, 2006. Guidelines for soil description. FAO, Roma. Reperibile sul web: https://www.fao.org/3/a0541e/a0541e.pdf 2. LIFE, CarbOnFarm project. Reperibile sul web: https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/life/LifeCarbOnFarm_Manuale_autovalutazione_suolo.pdf

4. Come Parco Italia seleziona gli alberi più adatti ad una determinata area?

Gli aspetti principali da considerare nella scelta delle specie sono:
  • Adattabilità al clima attuale e futuro, sia medio che estremo.
  • Tasso di crescita, importante in particolare per la cattura della CO2.
  • Resistenza allo stress idrico, patogeni e parassiti delle piante.
  • Resistenza all'inquinamento e alla compattazione del suolo, se in ambito urbano.
  • Architettura delle radici (importante per gli interventi in prossimità delle strade).
  • Dimensione e architettura della chioma e delle foglie.
  • Persistenza delle foglie (decidue vs sempreverdi), importante anche per la mitigazione. dell'inquinamento atmosferico, del dilavamento e del rumore.
  • Caratteristiche di fioritura e fruttificazione, importanti per aumentare la biodiversità, ma anche per motivi di sicurezza e usi ricreativi.
  • Qualità dei prodotti forestali legnosi e non legnosi, in caso di piantagioni con obiettivi produttivi.
  • Resistenza della fibra del legno e propensione alla rottura (sia dei rami che dell'intera pianta) o allo sradicamento.
  • Tossicità. 
  • Intensità della manutenzione richiesta (ad esempio specie con particolari esigenze idriche o di potatura), che incide sui costi di gestione.
  • Longevità, soprattutto nelle aree urbane dove i fattori di stress possono aumentare il tasso di mortalità degli individui.
  • Valore estetico.

5. Quali sono le indicazioni di Parco Italia per progettare e pianificare correttamente gli spazi dedicati agli alberi in contesto urbano?

I processi di pianificazione e progettazione devono trasformare uno “spazio” in un “luogo”: la progettazione di nuove foreste urbane nel progetto Parco Italia adotta questo criterio guida. Parco Italia concepisce la progettazione di rimboschimenti e nuove foreste urbane come l'arte di creare luoghi di vita sostenibili che fanno bene alle persone e alla natura. Una foresta urbana, uno spazio verde o una connessione ecologica ben progettata aumentano il senso di benessere della comunità e rispondono alle sue esigenze e alle sue richieste, migliorando la sostenibilità e la qualità ambientale. L'efficace pianificazione e progettazione degli spazi dedicati ai rimboschimenti di Parco Italia comporta la creazione di sinergie tra gli aspetti sociali, biologici e fisici delle foreste urbane. Gli spazi verdi attireranno la popolazione locale in modo più efficace quando saranno integrati nel paesaggio urbano. Ogni spazio verde, quindi, dovrebbe essere parte integrante dell'infrastruttura verde di una città, fornendo, in combinazione, una gamma di ambienti ed esperienze per la comunità e un ambiente complementare per i suoi elementi costruiti. La progettazione di spazi urbani tranquilli, sicuri, puliti e verdi può migliorare notevolmente la qualità della vita delle città.

1. FAO, Guidelines on urban and peri-urban forestry, 2016. Autori: F. Salbitano, S. Borelli, M. Conigliaro and Y. Chen. FAO Forestry Paper No.178. Rome, Food and Agriculture Organization of the United Nations.

6. Quali sono le indicazioni di Parco Italia per progettare e pianificare correttamente gli spazi dedicati agli alberi in contesto non urbano (agricolo/collinare/montano)?

Di seguito sono elencate alcune indicazioni generali:
  • Considerare il clima, il tipo di suolo, l'esposizione, l'idrologia e altri fattori ambientali; sono elementi fondamentali per selezionare le specie adatte al sito.
  • Scegliere le specie in base alle condizioni del sito e agli obiettivi del progetto (produzione di legna, biodiversità, protezione idrogeologica, adattamento alla crisi climatica, finalità ricreative, alla velocità di crescita, alle esigenze idriche, etc.) 
  • Determinare la densità di piantagione in base agli obiettivi del progetto (produzione di legna, biodiversità, protezione, adattamento alla crisi climatica) e alle caratteristiche delle specie selezionate, considerando il loro ingombro a piena crescita e assicurandosi di fornire spazio sufficiente per l'espansione radicale e la chioma degli alberi. 
  • Considerare le altre componenti dell’ecosistema, incluso la presenza e abbondanza delle popolazioni animali (dispersori di semi, erbivori, portatori di parassiti dannosi per l’uomo), suolo e i suoi microrganismi e la biodiversità dello strato erbaceo.
  • La collaborazione e il sostegno della comunità possono contribuire al successo del progetto e alla sua sostenibilità a lungo termine.

7. Quali sono gli schemi di impianto adottati da Parco Italia?

Il rapporto quantitativo tra i diversi alberi e quindi la scelta del modulo d’impianto più idoneo, sono elementi valutati dal tecnico progettista sulla base delle caratteristiche delle specie stesse, dei parametri ambientali del sito e delle funzioni dell’intervento. Lo schema di impianto proposto dal progettista viene quindi discusso con il personale scientifico-tecnico della Fondazione AlberItalia. Gli alberi vengono disposti in filari geometricamente regolari oppure in gruppi tendenzialmente irregolari con vari tipi di mescolanza specifica avendo cura di lasciare una distanza adeguata alle caratteristiche metriche dello sviluppo delle chiome degli alberi adulti. Il riferimento numerico generale è di considerare sesti d’impianto che, regolarizzati in forma geometrica, comportino distanze di 3-4 m fra albero e albero. Gli arbusti possono essere inseriti nell’impianto in vari modi: singoli, a file o per gruppi tra un albero e l’altro. In linea generale gli schemi di impianto sono altamente dipendenti dalla funzione prevalente che la foresta urbana deve assolvere. In questo senso, gli schemi definitivi adottati sono stati ispirati dai moduli funzionali riportati in Calamini et al. (2013) 1.

1. Calamini, G., Colangelo, G., Giovannini, G., Lafortezza, R., Maetzke, F., Mariotti, B., Nocentini, S., Salbitano, F., Sanesi, G., Tani, A. 2013, L’impianto, la gestione e la valorizzazione multifunzionale dei boschi periurbani. Interventi forestali non produttivi per la valorizzazione dei boschi. Supporti tecnici alla Legge Regionale Forestale della Toscana 9). Regione Toscana, Firenze. Pp. 178. Reperibile sul web: https://www.regione.toscana.it/documents/10180/13328713/1_impianto,%20la+gestione+e+la+valorizzazione.pdf/c97d564e-b358-4be8-9bb5-f3d57f20b977

8. Qual è il target percentuale usato da Parco Italia per diversificare le specie di alberi negli interventi in contesto urbano e periurbano?

La progettazione delle piantagioni forestali in qualsiasi progetto di Parco Italia è orientata, tra gli altri obiettivi, all'aumento della biodiversità. In linea generale, come strategia basilare per la conservazione e il potenziamento della biodiversità, ci siamo impegnati a seguire i principi stabiliti da Santamour nella regola "10-20-30" per la diversità degli alberi urbani. Questo significa che la composizione delle foreste urbane in una città non dovrebbe superare il 10% di alberi della stessa specie, il 20% di alberi dello stesso genere e il 30% della stessa famiglia (Santamour, 1990)1. Inoltre, quando possibile, abbiamo anche testato la "regola del 20-40-25-25", che impone di non superare il 20% della stessa specie arborea, il 40% dello stesso genere e di piantare almeno il 25% di arbusti, dei quali non più del 25% della stessa specie. Il nostro approccio per promuovere la biodiversità prevede la creazione di piantagioni a gruppi, in cui alberi e arbusti sono associati come moduli di base per la formazione di futuri habitat. Inoltre, i programmi per la gestione adattativa futura delle nuove foreste urbane considerano cruciale il mantenimento di questa diversità di specie arboree e arbustive per il periodo più lungo possibile.

1. Santamour F., Trees for urban planting: diversity, uniformity and common sense, (1990). In: Proceedings of the 7th Conference of the Metropolitan Tree Improvement Alliance 7: 57–65.

9. Come Parco Italia assicura che i suoi impianti forestali siano resilienti agli eventi estremi causati dal cambiamento climatico?

Selezionare specie o provenienze resistenti agli impatti degli eventi climatici estremi, che possiedano caratteristiche come resistenza alle siccità, alla forte umidità, alle tempeste o agli incendi. 
  •  La presenza di specie diverse che possono avere diverse tolleranze agli eventi climatici estremi, può aumentare la resilienza e ridurre il rischio di impatti negativi su larga scala. 
  • L’eterogeneità a scala di paesaggio implica la creazione di aree di diversa età e composizione, la pianificazione di corridoi di connettività e la suddivisione dell'area in unità gestibili più piccole che possono aiutare a ridurre la propagazione di incendi, la diffusione di malattie e la perdita di alberi in caso di eventi estremi.
  • Prestare particolare attenzione alla conservazione del suolo e dell'acqua nell'impianto forestale. Mantenere la copertura continua del suolo, utilizzare tecniche di mulching, e promuovere la conservazione dell’acqua possono ridurre gli effetti negativi degli eventi climatici estremi, come l'erosione del suolo o la scarsità idrica.
  • Monitorare, nel lungo termine, in campo e da remoto gli indicatori di resilienza forestale, come la vitalità, la diversità delle specie, la capacità di rinnovazione e la risposta agli eventi estremi, al fine di adattare le pratiche di gestione.

10. Quali sono gli standard e i certificati di qualità richiesti ai vivai forestali per poter far parte del progetto di Parco Italia?

La legislazione europea e nazionale prevede la certificazione dei materiali forestali di moltiplicazione (MFM). Tuttavia, il decreto nazionale (D.Lgs 386/2003) indica criteri morfologici minimi per la valutazione dei semenzali, perciò nei progetti di Parco Italia si utilizzano criteri aggiuntivi per valutarne la qualità. Dopo aver definito le specie, viene scelta la provenienza geografica più adatta in base agli obiettivi e alla disponibilità. La preferenza è data ai boschi iscritti al Registro Nazionale (RNBS) nella categoria "selezionati" che soddisfano criteri essenziali per il successo del progetto (ad es. crescita, qualità del fusto, resistenza a stress biotici e abiotici) e alle provenienze adattate alla siccità. Si preferiscono provenienze locali quando il mantenimento della diversità genetica dell’area è una priorità. Le valutazioni fitosanitarie e morfologiche sono effettuate in vivaio su un campione per ogni specie e riguardano età, crescita, dominanza apicale, biomassa aerea e radicale e loro rapporto e struttura radicale. È preferito il MFM in contenitore, con morfologia valutata in base a volume, profondità, larghezza e caratteristiche strutturali del vaso per prevenire difetti radicali.

11. Come Parco Italia progetta e pianifica concretamente l’incremento della connettività tra le singole aree di intervento e le loro aree limitrofe?

Parco Italia prende sempre in considerazione la collocazione e la distanza dalle aree naturali più vicine, dai parchi o da altre aree naturali o seminaturali limitrofe, sia in contesti urbani che in contesti periurbani o extraurbani. Specialmente in contesto urbano, Parco Italia considererà fattori legati alla distribuzione delle aree verdi per pianificare, a lungo termine, reti verdi che percorrano tutta la città o il territorio, garantendo un accesso equo e ben distribuito alle aree verdi, tentando di evitare la concentrazione degli interventi in uno o pochi settori. Allo stesso tempo Parco Italia si promette di rafforzare intervento dopo intervento, una rete verde che sia ben interconnessa affinché si promuova la conservazione della biodiversità: legando mini-ecosistemi equilibrati e resistenti gli uni agli altri.1 Il progettista/ forestale o le amministrazioni possono utilizzare strumenti software gratuiti già esistenti per la valutazione della connettività e dei “nodi” dove questa è carente, come Guido’s Toolbox del JRC2 o il software Conefor3 o accedere direttamente alla mappatura condotta da Parco Italia sull’intero territorio italiano, che individua le aree con alta priorità.

Fonte: 1. Vademecum AlberItalia. Estratto da: https://www.alberitalia.it/filevari/Alberitalia.it-vademecum/alberitalia.it-vademecum.html ; 2. Joint Research Center, Guidos Toolbox. Etratto da: https://forest.jrc.ec.europa.eu/en/activities/lpa/gtb/ ; 3. Conefor. Estratto da: http://www.conefor.org/

12. Come Parco Italia garantirà che le piantagioni massimizzino i servizi ecosistemici e minimizzino i disservizi?

Parco Italia svilupperà sei strategie complementari.
  • Progettazione partecipata. Progettare un nuovo bosco in città, piantare alberi, averne cura, sono azioni che riguardano tutta la comunità. 
  • Scelta di specie idonee a soddisfare le esigenze della collettività locale e coerenti con le finalità globali della piantagione. Nella selezione delle specie si terrà conto anche dei disservizi che potrebbero determinare, in modo da non utilizzarle o minimizzare il rischio in contesti adeguati. 
  • Corretta realizzazione delle piantagioni. Dopo la progettazione, la realizzazione operativa di ogni piantagione è la prima garanzia di successo. 
  • Monitoraggio periodico del patrimonio arboreo e arbustivo dell’area urbana e periurbana. L’attivazione di un programma di monitoraggio fornisce un segnale tempestivo sulla presenza di parassiti, malattie e minacce, che possono essere gestiti in fase iniziale riducendo al minimo i disservizi. 
  • Tempestiva somministrazione delle cure colturali. La somministrazione delle cure colturali è strettamente collegata alle attività di monitoraggio delle condizioni di sviluppo delle piante e dell’insorgere di eventuali disservizi. 
  • Sostituzione condivisa delle piante che determinano disservizi.

13. Quali sono le procedure di gestione e manutenzione che Parco Italia metterà in campo per assicurare la sopravvivenza e la buona crescita delle piantine?

La cura degli alberi nei primi anni successivi alla piantagione, prevede:
  • Irrigazione. Una delle prime cause di fallimento delle piantagioni è il disseccamento delle radici e, successivamente, della pianta. almeno per i primi anni, è fondamentale prevedere un impianto irriguo sistemico e/o di emergenza, monitorando  lo stato vegetativo delle piante durante i periodi siccitosi e caldi. 
  • Sarchiatura. L'obiettivo è quello di mitigare lo stress idrico durante eventi siccitosi prolungati, e ottimizzare la crescita degli alberi controllando la competizione con le erbe infestanti.
  • Sostituzione impianti. In caso di elevata ricorrenza di mortalità degli alberi per disseccamento, è opportuno sostituirli, se necessario, con specie più idonee. Prima della sostituzione delle piante è necessario identificare la causa della morte. 
  • Monitorare continuamente la presenza di parassiti e malattie gravi predisponendo ove necessario misure di controllo e contenimento.

1. FAO, Guidelines on urban and peri-urban forestry, 2016. By F. Salbitano, S. Borelli, M. Conigliaro and Y. Chen. FAO Forestry Paper No.178. Rome, Food and Agriculture Organization of the United Nations.